non conosco strade
che non siano quelle che so.
le ripercorro sempre meno
sempre più restando dentro.
così restando dentro
resto fuori da tutto.
solo l’aria e le solite facce
i soliti abiti da anni.
non devio mai.
dritto da un dentro a un altro dentro
e poi di nuovo.
ma al contrario.
esco perché devo andare
dove non vorrei andare
esco e mi preparo
perché mi riconoscano
perché non vedano il vuoto
che mi tiene in piedi
che mi farà parlare
le parole vuote
perché mi si conceda
tutti i giorni
quell’attestato di esistenza
che è dato da chi ti vede
da chi parla con te
da chi t’ascolta.
e non importa quello che dici
né quello che ascolti, né chi ti vede.
ci sei ancora
altri potrebbero dirlo
che ci sei
quelli che non conoscono
il vuoto che ti tiene in piedi
dritto sopra un precipizio.
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